Premio "Gabriele Brondino"

Il Dottore Gabriele Brondino, laureato in Matematica, Ph.D., Ricercatore in Estimo presso il Politecnico di Torino, ha lavorato nel gruppo dei docenti e ricercatori del Prof. Rocco Curto, con i quali ha condiviso la sua solida preparazione scientifica e la profonda passione per la ricerca, accompagnati da brillante intelligenza e tanta simpatia. I suoi interessi di ricerca si sono concentrati sulla sperimentazione e sviluppo degli approcci per la stima dei beni e per la valutazione dei progetti, con particolare riguardo ai modelli di statistica multivariata e spaziale, fino a tracciare traiettorie di ricerca per il trattamento dei dati con modelli di statistica avanzata. Verso l’analisi dei comportamenti della domanda per i consumi culturali, si è dedicato all’esplorazione di modelli di profilazione dei consumi, a supporto per esempio dell’analisi dei fenomeni di gentrification a livello urbano. I signori Brondino – mamma Franca e papà Domenico – hanno desiderato istituire un premio di laurea in memoria di Gabriele, per tenere vivo attraverso la ricerca dei nostri giovani studenti il ricordo di un figlio e un ricercatore davvero speciale. Il premio è destinato ai laureati di II livello in Corsi di Studio afferenti all’area dell’Architettura del Politecnico di Torino. Viene premiata la migliore tesi nell’ambito della progettazione architettonica e urbana con focus specifico in merito a tecniche e modelli delle discipline estimative e valutative. La prima edizione del premio risale all’anno 2012 e, da allora, sono seguite numerose edizioni accompagnate dalla premiazione dei vincitori – in presenza ad eccezione del periodo pandemico – con i signori Brondino e tutti noi amici e colleghi di Gabriele.

PROGETTI VINCITORI

Candidato
Antonio Farina

Titolo della tesi
URBAN RECYCLING: Progetto di riqualificazione dell’ex stabilimento industriale Tecumseh a Torino = URBAN RECYCLING: Redevelopment project of the former industrial plant Tecumseh in Turin.

Rel. Gustavo AmbrosiniManuela Rebaudengo.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2022

 

Abstract
Il quartiere di Mirafiori Sud ha rappresentato uno dei più importanti poli industriali della città di Torino. L’aumento esponenziale della forza lavoro ha reso necessario un processo di urbanizzazione attraverso il quale si è definito un nuovo tessuto urbano che ha portato la Fiat ad uscire prepotentemente dalle mura del comparto industriale. Tale modello fordista è terminato con la crisi dell’assetto produttivo degli anni ’80 scaturendo un processo di abbandono relativo all’edilizia sia residenziale che industriale. Nel periodo di tempo che intercorre tra gli anni 90’ ed oggi, si sono sviluppati molteplici interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana che hanno interessato le grandi aree dismesse presenti in questo quartiere ed altre sono oggetto di studio ed analisi per interventi futuri. Tra quest’ultime ritroviamo il lotto relativo all’ex comprensorio industriale Tecumseh, ubicato tra Strada delle Cacce e Strada Castello di Mirafiori, il quale riversa dal 2005 in uno stato di completo abbandono. L’elaborato di tesi pone come obiettivo quello di sviluppare un progetto di riqualificazione di tale area e di quella limitrofa (lotto “Castello di Mirafiori) perseguendo un modello sostenibile in ottica sia urbana che economica. Nello specifico, l’intervento propone innanzitutto una rielaborazione degli spazi esterni finalizzata ad aumentare, migliorare e valorizzare le aree verdi integrandole con quelle attrezzate, con viali alberati e dei percorsi ciclo-pedonali che connettono i due lotti con gli adiacenti Parco Colonnetti e Mausoleo della Bela Rosin. Si cerca, dunque, di perseguire ed applicare delle soluzioni “Nature-Based” affinchè si possano garantire una serie di benefici e servizi ecosistemici, contribuendo, al contempo, al raggiungimento degli Sustainable Development Goals individuati nell’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nel 2030. Nella proposta progettuale si affronta anche il tema della rigenerazione dei fabbricati industriali dismessi e della creazione di nuovi edifici destinati a nuove residenze e servizi. Sulla base delle informazioni individuate a seguito di un’indagine urbana, si è definito l’intervento che propone la trasformazione del corpo centrale dell’ex comprensorio industriale in una galleria commerciale e dei fabbricati limitrofi in residenze progettate seguendo il modello del co-housing per offrire agli abitanti un nuovo modo di intendere l’abitare. Invece, nel lotto limitrofo si prevede la realizzazione di nuovi blocchi residenziali progettati affinché si possano integrare con il nuovo disegno degli spazi verdi. Sviluppato l’intervento sotto il profilo urbano ed architettonico, ci si è concentrati sulla verifica della sostenibilità economica, condotta attraverso la redazione di una ACR (Analisi Costi e Ricavi) la quale rappresenta uno strumento essenziale per individuare le strategie urbane ed architettoniche più efficaci sotto il profilo estimativo. Tale indagine è stata condotta dapprima definendo le voci relative ai costi e ricavi attraverso i valori parametrici indicati nel prezziario DEI ed i dati forniti dall’OMI e poi verificando in quali condizioni un eventuale promotore immobiliare potrebbe trarre beneficio da tale intervento e quale tra le alternative progettuali sviluppate gli garantirebbe la maggiore convenienza.

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Candidati
Lousineh Khachatourian Saradehi, Arin Khachatourian Saradehi

Titolo della tesi
Nature-Based Solutions For Urban Adaptivity. Regenerating Former OSI-GHIA Industrial Site.

Rel.  Roberta IngaramoMaicol NegrelloUmberto MeccaMatteo Trane.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2022

Abstract
In recent years, the globally increasing challenges affecting modern societies have been brought to significant attention. The growing urbanization along with the destructive effects of climate change, such as prolonged heat waves, urban heat island and flash floods may lead to humanitarian and environmental disasters if not managed properly. This implies the need to urgently foresee proper mitigation and adaptation strategies. As such, the “nature-based solutions” are launched based on biophilic approach as a promising tool for sustainable development and urban adaptivity. Being capable of addressing some priority areas such as climate change, disaster risk reduction, human health and well-being, water and food security, they also target aspects such as carbon sequestration, phytoremediation, run-off water management, ecosystem restoration and sustainable use of energy in urban areas providing environmental, social and economic resilience. Contemporary advances in science and technology provide the possibility to implement “nature-based solutions” in formerly “doubtful” spaces: urban brownfields, built surfaces, under roofs or on rooftops, and even inside buildings. Besides, NBS are flexible to be incorporated into complex hybrid architecture systems, acting simultaneously with other strategic tools such as the adaptive reuse of abandoned or underused spaces. This research has launched a profound Investigation and analysis of the theory of NBS, defining certain tools and strategies for the implementation of NBS and various criteria to simulate and assess their effectiveness in the built environment. The verification of this hypothesis has been carried out by applying these strategies on the former OSI-Ghia industrial site in Turin. A comparative microclimatic assessment has been conducted by using Envi-met software, along with the economic evaluation for adaptive reuse and urban regeneration project organized in phases, providing a multidisciplinary developing pattern for the actual challenges.

Candidato
Marco Volpatti

Titolo della tesi
Nature-Based Solutions For Urban Adaptivity. Regenerating Former OSI-GHIA Industrial Site.

Rel.  Roberta IngaramoMaicol NegrelloUmberto MeccaMatteo Trane.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2022

Abstract
In recent years, the globally increasing challenges affecting modern societies have been brought to significant attention. The growing urbanization along with the destructive effects of climate change, such as prolonged heat waves, urban heat island and flash floods may lead to humanitarian and environmental disasters if not managed properly. This implies the need to urgently foresee proper mitigation and adaptation strategies. As such, the “nature-based solutions” are launched based on biophilic approach as a promising tool for sustainable development and urban adaptivity. Being capable of addressing some priority areas such as climate change, disaster risk reduction, human health and well-being, water and food security, they also target aspects such as carbon sequestration, phytoremediation, run-off water management, ecosystem restoration and sustainable use of energy in urban areas providing environmental, social and economic resilience. Contemporary advances in science and technology provide the possibility to implement “nature-based solutions” in formerly “doubtful” spaces: urban brownfields, built surfaces, under roofs or on rooftops, and even inside buildings. Besides, NBS are flexible to be incorporated into complex hybrid architecture systems, acting simultaneously with other strategic tools such as the adaptive reuse of abandoned or underused spaces. This research has launched a profound Investigation and analysis of the theory of NBS, defining certain tools and strategies for the implementation of NBS and various criteria to simulate and assess their effectiveness in the built environment. The verification of this hypothesis has been carried out by applying these strategies on the former OSI-Ghia industrial site in Turin. A comparative microclimatic assessment has been conducted by using Envi-met software, along with the economic evaluation for adaptive reuse and urban regeneration project organized in phases, providing a multidisciplinary developing pattern for the actual challenges.

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Candidate
Letizia Fierro, Carlotta Semeraro

Titolo della tesi
Spinazzola: Progetto di valorizzazione sul Comune e il suo territorio = Spinazzola: a project to promote the city and its land.

Rel. Silvia GronCristina Coscia.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2021

Abstract
Il 60% del territorio italiano è composto da un ricco apparato di centri urbani classificati come “Aree Interne”, i quali, data la loro consistenza in termini demografici e territoriali, rappresentano un grande potenziale di sviluppo economico. I cambiamenti in atto del vivere quotidiano, si sono resi evidenti e sono stati accelerati dalla pandemia che gli Stati hanno dovuto fronteggiare nell’anno 2020, e che costituisce un punto di svolta per molti aspetti della società: nuove modalità di lavorare, viaggiare, comunicare e fare scuola. Le aree interne possono sfruttare a proprio vantaggio il cambiamento che ha investito la nostra società? Quali sono gli strumenti e le tendenze emergenti che possono aiutare a risolvere le criticità di questi territori? Questa è la premessa che ha dato inizio al lavoro di tesi che tratta il Comune di Spinazzola, un’area interna della Puglia nel territorio dell’Alta Murgia, nel quale si vuole proporre una soluzione alle criticità proprie delle aree interne e ai problemi dei piccoli Comuni del Sud Italia. Nella prima parte della tesi vi è la presentazione del territorio che circonda Spinazzola attraverso l’analisi del quadro competitivo. A seguire vi è un’analisi urbana e sociale sul Comune. Un ricco apparato di casi studio segue queste descrizioni ed è funzionale all’individuazione di una strategia progettuale. In ultimo sono riportati tre programmi di sviluppo della Regione che inquadrano le intenzioni progettuali e le strategie della stessa dal punto di vista ambientale, culturale, urbano e infrastrutturale. La seconda parte del lavoro di tesi illustra la strategia progettuale emersa dalle analisi condotte. L’elaborazione della strategia vede la definizione di un primo macro-obiettivo: valorizzare il territorio e il centro urbano lavorando sulla sua attrattività e identità. Seconda mossa è stata quella di individuare tre scale di dettaglio all’interno delle quali poter declinare l’obiettivo e concretizzarlo attraverso più azioni progettuali: la scala territoriale, con l’ elaborazione di un brand del Comune, quella urbana, con la rigenerazione di sette ambiti selezionati nel Comune e infine la scala architettonica, basata sulla rifunzionalizzazione di manufatti rintracciati all’interno delle aree di trasformazione. Il progetto, sviluppato anche con la partecipazione dei cittadini spinazzolesi in alcune fasi del lavoro, è stato elaborato per raggiungere diversi obiettivi: sviluppare una corretta percezione del territorio complessivo lavorando sulla comunicazione all’esterno dei confini comunali; elevare il livello di benessere complessivo della cittadinanza: città verde, accogliente, accessibile e a misura d’uomo; rifunzionalizzare i manufatti edilizi preesistenti con nuove destinazioni d’uso così da arginare lo spopolamento e richiamare nuovi fruitori.I destinatari principali del progetto sono la popolazione giovane del paese, il turista e il lavoratore. Questa non è frutto di una scelta casuale, ma deriva dalle analisi condotte sul territorio che hanno evidenziato la necessità di accogliere nuovi fruitori, dai cittadini intervistati durante i sopralluoghi e, infine, da uno sguardo rivolto al contesto regionale e nazionale. Il lavoro di tesi non vuole risultare un elaborato compiuto e univoco, bensì una ricca raccolta di studi e analisi fatte sul territorio che hanno generato e che giustificano una vasta proposta progettuale, una base dalla quale partire per ampliare il progetto e renderlo concreto.

Candidata
Giorgia Malavasi

Titolo della tesi
Le Ville Olivetti di Ivrea: le criticità di valorizzazione economica in un mercato immobiliare debole = The Olivetti Villas in Ivrea: economic enhancement issues in a weak real estate market.

Rel.  Rocco Antonio CurtoDiana RolandoAlice Barreca

Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2020

Abstract
Il patrimonio residenziale di Ivrea costruito durante gli anni di massima espansione dell’azienda Olivetti, celebre per la produzione industriale di macchine da scrivere e di calcolo, è costituito da beni riconducibili al Movimento Moderno del Novecento, importanti testimonianze di elevato valore architettonico e culturale che necessitano di essere riconosciute e valorizzate. Oltre ai noti progetti e prodotti di successo in ambito imprenditoriale, Adriano Olivetti ha avviato numerose iniziative socio-assistenziali volte all’incentivazione della proprietà della casa, donando alla città di Ivrea un’importante testimonianza di sperimentazioni sull’housing e di attuazione delle politiche abitative del Dopoguerra. Inoltre, la particolare attenzione alle esigenze della committenza, appartenente altresì a strati sociali meno abbienti, così come l’attenzione progettuale anche nelle architetture più modeste, hanno reso questo patrimonio un emblema del modello sociale di comunità promosso e realizzato da Adriano Olivetti. L’iscrizione del sito “Ivrea, città industriale del XX secolo” nella World Heritage List nel 2018, come cinquantaquattresimo sito UNESCO Italiano, ha sottolineato il valore e l’originalità della vicenda eporediese, riconoscendone l’identità di città-laboratorio. Sebbene le architetture localizzate all’interno del sito UNESCO costituiscano esempi di eccezionale qualità architettonica progettati da illustri rappresentanti del Movimento Moderno, il loro valore storico e culturale viene difficilmente monetizzato in termini di prezzi di vendita dei beni stessi, evidenziando in Ivrea la presenza di un mercato immobiliare e un contesto socio-economico piuttosto fragile. Il lavoro intende percorrere dapprima un inquadramento storico e territoriale al fine di consentire un primo approccio conoscitivo del contesto di analisi; successivamente, a partire da un’accurata catalogazione e analisi tipologica delle principali Ville Olivetti localizzate nel comune di Ivrea, è stata condotta un’indagine socio-economica sugli attuali proprietari delle ville, basata sui dati inediti raccolti in un database strutturato e implementato accedendo alla documentazione conservata presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Ivrea. Infine, dopo aver definito il background metodologico, è stato costruito un campione di dati relativi ad unità residenziali offerte sul mercato immobiliare di Ivrea e dei comuni contermini, sulla base del quale è stato applicato un modello di regressione lineare con l’obiettivo di valutare l’influenza delle caratteristiche intrinseche ed estrinseche sul prezzo degli immobili. Particolare attenzione è stata rivolta alla qualità architettonica degli edifici e alla loro “connotazione olivettiana” nel processo di determinazione dei prezzi di offerta, sempre considerando i valori immobiliari dei sotto-mercati di riferimento.

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Candidata
Beatriz Figueiredo Eschholz

Titolo della tesi
Stakeholders Involvement in Renewable Energy Communities Co-ownership.

Rel.Patrizia LombardiSara Torabi MoghadamJens Lowitzsch.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale, 2020

Abstract

Candidati
Federica Pozzaglio, Matteo Trane

Titolo della tesi
Proposta di recupero del Motovelodromo “Fausto Coppi” a Torino.

Rel. Gustavo AmbrosiniManuela Rebaudengo

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2019

Abstract

La Proposta di recupero del Motovelodromo “Fausto Coppi” è una risposta alle criticità che storicamente investono quest’area di Torino. La pubblicazione di un Avviso esplorativo (Aprile 2018) da parte dell’Amministrazione comunale ha nuovamente aperto il dibattito sopra la gestione e la riqualificazione dell’impianto sportivo, patrimonio architettonico della Città e memoria storica della cultura ciclistica sul territorio. La Tesi propone un progetto di riqualificazioneo dell’area; insieme a questo viene sviluppato uno studio di natura estimativa, che ha per obiettivo la certificazione della redditività del progetto, mediante una proposta di organizzazione funzionale dell’intero complesso sportivo e il confronto critico con altre realtà affini presenti sul territorio. La prima parte consta di cinque capitoli. Il primo introduce il rapporto, ineludibile, tra lo spazio urbano e lo sport, presentando alcuni casi studio in cui la programmazione degli eventi ha avuto impatto più o meno positivo sulla governance del territorio stesso.Il secondo capitolo, nell’obiettivo di delineare sinteticamente una storia del ciclismo su pista, testimonia l’importanza che hanno rivestito nella storia dello sport gli impianti deputati ad accogliere le maggiori competizioni ciclistiche: i velodromi. Il terzo capitolo presenta il caso studio del Velodromo Vigorelli a Milano, considerato il tempio mondiale del ciclismo su pista: la sua riqualificazione, oggetto di un recente concorso di architettura, ha attratto l’interesse di moltissimi progettisti. Gli esiti e la struttura di questo concorso vengono esaminati in maniera dettagliata, al fine di illustrare le modalità attraverso le quali potrebbe essere condotto il ripristino dell’impianto torinese, tenendo in considerazione il fatto che la riqualificazione del “Vigo” costituisce, ad oggi, l’unico caso di concorso internazionale per la riprogettazione di un velodromo storico. Il quarto e il quinto capitolo introducono al caso studio del “Fausto Coppi” e al progetto stesso. Questo è strutturato in due momenti: un progetto di recupero dei manufatti, che mira al ripristino dell’area così come richiesto dal primo Avviso esplorativo; un progetto di “aggiunta” che mira alla soluzione delle criticità riscontrate mediante l’addizione di un edificio a destinazione servizi (centro sportivo), che possa costituire una vera e propria occasione di “ricucitura” urbana – attraverso la ridefinizione dello spazio pubblico – tra due brani di città “sospesi”. L’ultima parte analizza i costi di costruzione e di realizzazione dell’opera in maniera parametrica. Sono infine delineati i flussi di cassa tra entrate ed uscite. Le entrate sono state calcolate successivamente alla predisposizione di uno schema di funzionamento dell’intero complesso, al fine di tracciare un possibile profilo dell’utenza media annua e gli incassi derivati dalla pratica delle attività sportive offerte. I costi sono stati derivati da uno studio di settore riguardante la spesa sostenuta in media negli impianti sportivi a Torino in un intervallo di tempo di cinque annii. Questo progetto per il recupero del Motovelodromo risulta essere scarsamente remunerativo relativamente agli usi previsti. Al fine di raggiungere l’obiettivo della sostenibilità economica dell’intero intervento, sono state pertanto valutate tre alternative progettuali che illustrano le modalità con cui possa essere garantita la convenienza (anche) per un eventuale investitore privato.

Candidata
Irene Aterelli 

Titolo della tesi
L’applicazione dell’approccio olistico alla valutazione di impatto basata su indicatori: Il caso dei Fori Imperiali a Roma.

Rel. Cristina CosciaRoberta Novascone.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2017

Abstract

La tesi affronta il caso relativo al sito archeologico dei Fori Imperiali a Roma, che è stato oggetto di studio durante il workshop costituente la prima tappa di “Master Itinerante in architettura e museografia per l’archeologia e la progettazione strategica e gestione innovativa del patrimonio archeologico”, a cui sta partecipando la sottoscritta. Il caso tratta il complesso tema dell’integrazione fra sito archeologico e contesto urbano. Le campagne di scavi, avvenute negli ultimi vent’anni ed attualmente ancora in corso, hanno riportato alla luce la maggior parte dell’area dei Fori Imperiali, rendendo urgente la pianificazione di una strategia integrata di intervento che miri alla riqualificazione dell’impianto urbano e alla conservazione e valorizzazione delle rimanenze archeologiche. Il dibattito sul caso è diviso fra i sostenitori del Progetto Fori, che sostengono l’eliminazione di Via dei Fori Imperiali per ricomporre l’unità storica e territoriale del centro archeologico di Roma, e coloro che invece affermano la necessità di mantenere la Via dei Fori Imperiali e riqualificarla, migliorando le relazioni tra città antica e città contemporanea. Il punto di incontro tra i due opposti è l’intenzione di assegnare all’area dei Fori Imperiali, così come all’Area Archeologica Centrale di Roma, il ruolo di spazio pubblico urbano, in cui l’accessibilità e fruibilità dell’area sono una delle componenti fondamentali nel meccanismo di integrazione e riqualificazione del sito archeologico. Esiste quindi una volontà di considerare questi spazi come componenti urbane ancora vive, vivibili e riutilizzabili ai giorni nostri con l’obiettivo di garantirne la continuità storica e culturale. L’obbiettivo della tesi è capire come attuare un processo di integrazione del sito archeologico dei Fori Imperiali nel suo contesto urbano e quale impatto avrebbe tale operazione sull’area. Per il caso è stata sperimentata l’applicazione dell’approccio olistico al metodo di valutazione di impatto basata su indicatori che si deve ai progetti di ricerca condotti dal Professore Koeanraad Van Balen presso il quale l’autrice ha effettuato un periodo di mobilità all’estero per tesi, tenutosi all’Università Cattolica di Leuven, (Belgio). Il risultato che si intende raggiungere in questa tesi è la valutazione degli scenari attraverso lo svolgimento di interviste a stakeholders e la strutturazione di un’analisi di impatto che consideri le tematiche emerse dalle interviste, con l’obiettivo di definire gli indicatori, quantitativi e qualitativi, utili alla misurazione dell’impatto di ogni scenario.

Per ulteriori informazioni contattare:
Irene Aterelli
irene.ater@gmail.com

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Candidata
Ilaria Pontiglione

Titolo della tesi
Valutazione economica spazializzata del paesaggio del Roero. Strumento per la gestione di scenari di sviluppo territoriale. = Spatial Economic Evaluation of the Roero landscape. A tool for the management of territorial development scenarios.

Rel. Marta Carla BotteroRoberto Monaco.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2018

Abstract

Quanto vale il paesaggio? Domanda ricorrente dei decisori in ambito territoriale che non possiede una risposta univoca, in ragione della pluralità di fattori coinvolti nella definizione del valore. A quasi un secolo dalle prime leggi sulla “Protezione delle bellezze naturali” (1938) si riconosce il paesaggio quale tema complesso, oggetto di studio di molteplici discipline, dalla geografia all’architettura, dall’ecologia all’economia. Il paesaggio, come sottolineato nella Convenzione Europea del Paesaggio (2000), è il risultato dell’interazione e compenetrazione di componenti naturali e sociali. Per queste ragioni è assimilabile ad un oggetto di consumo, ovvero un bene economico che può essere prodotto e consumato, e quindi valutato. Oggi, è diffusa la pratica di valutare il paesaggio, in termini monetari o qualitativi, tramite set di indicatori ed indici, per monitorare lo stato di conservazione di un Sito, specialmente quelli iscritti alla World Heritage List UNESCO. Il Roero, territorio perimetralmente definibile, dalle molteplici peculiarità, rappresenta un campo di indagine privilegiato per sperimentare nuovi criteri per la valutazione. L’elaborato proposto affronta la valutazione economica del paesaggio del Roero ricorrendo ad un approccio integrato tra strumenti tipici dell’ambito economico e sistemi informativi geografici (GIS), sviluppando un particolare set di indicatori ed indici, espressione sintetica di valori quantitativi e qualitativi. Il paesaggio viene riletto come uno spazio connotato da differenti criteri (agricoltura, turismo, mercato immobiliare e forestale) che insieme concorrono alla valutazione dell’attrattività del territorio del Roero. Quest’ultima, ponderata sulla base di un campione di esperti, viene spazializzata tramite sistemi GIS, con l’obiettivo di elaborare mappe tematiche che possano essere adottate dalle municipalità quale strumento di supporto per la definizione di linee guida e scenari di sviluppo territoriale compatibilmente alla propensione del territorio oggetto di pianificazione.

Candidata
Martina Bertoncini 

Titolo della tesi
From Zero Energy and Emission Building toward Zero Energy and Emission District : enlarging the scale to achieve a low carbon future.

Rel. Stefano Paolo CorgnatiCristina BotteroCristina BecchioPer Heiselberg.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2017

Abstract

The increase in energy exploitation and air pollution have forced the European Union to deal with energy saving and C02 emission reduction in all economic sectors. With specific reference to buildings, the recast of the European Directive EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) has introduced the concept of nearly Zero Energy Building (nZEB) as building with very high energy performances and able to cover the residual energy demand with renewable energy sources installed on-site or nearby the building. According to EPBD recast, all new buildings will be nearly-zero by the end of 2020. Nevertheless, new 2050 targets, defined by COP 21 achievements, are related to emissions reduction. In fact, the recent strategy of the European Union called “Roadmap for moving to a competitive low-carbon economy in 2050” recommends a cut in the greenhouse emissions by 80 % by 2050 (compared with 1990 levels) and, in particular, a 90% reduction in emissions generated by building sector.
With this new perspective, the nZEB concept could be not sufficient for reaching the new goals and it is important to design and refurbish buildings as Post-Carbon Buildings (PCB). PCB is represented by a building where the minimum energy performance is in line with national standard requirements but a great reduction of carbon emissions is expected.
However, it has been noted that focusing the attention only on buildings, considering each separately and analyzing the problem at single house level, is not sufficient to reduce the C02 emissions in the percentages established by COP 21 standards. For this reason, the EU has recommended to enlarge the content of the analysis promoting the concept of Post-Carbon City (PCC). PPC is defined as a city characterized by low-energy and low-emissions buildings provided with intelligent heating and cooling systems, electric and hybrid cars and better public trans-port. Moreover, when dealing with district scale and urban polices, it is also important including in the analysis aspects not strictly related to environmental impacts, but concerned social and economic sectors, such as the number of jobs created by the energy investments, the economic savings in energy bills, the people opinion upon different retrofit solutions, and so on.
Following these considerations, the thesis aims at exploring the carbon reduction potential of an existing district and the use of Multicriteria Decision Analysis (MCDA) supporting the selection of energy retrofit strategies.
In particular, the analysis is applied to an urban district located in the city of Turin (Northern Italy), which is composed of different residential apartment blocks built in different times. Starting from the existing buildings, different energy efficiency minimum requirement as imposed by Italian regulation and carbon reduction are combined for creating alternative strategies for the energy retrofit of the district. To do this, a dynamic simulation software (DesignBuilder) is used in order to obtain more precise results. Then, those strategies are evaluated using the PROMETHEE method (Preference Ranking Organization Method for Enrichment Evaluations) and a MCDA is applied. In particular, a family of environmental, social, technical and economic criteria has been defined with the aim of assessing the alternatives options and to select the best performing solution for the district under investigation.
Moreover, the thesis comprehends a comparison be-tween Mediterranean and Nordic climate studying the influence of the local climate upon similar technical solutions, investigating their efficiency in two existing district case studies, settled in Northern Italy and in Denmark.

Candidati
Ja-Zhen Chang, Martina Pelleri 

Titolo della tesi
La caserma De Sonnaz a Torino : da quartiere militare a nuovo polo della giustizia con Corte dei conti e Avvocatura.

Rel. Gentucca CanellaCristina CosciaMonica Naretto.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2016

Abstract

Negli ultimi anni anche a causa della sospensione della leva obbligatoria, viene avviato un importante processo di dismissione delle strutture militari.
Il loro valore storico, architettonico e ambientale sta spingendo numerose amministrazioni locali ad avviare operazioni di ridestinazione e valorizzazione.
In data 7 agosto 2014 il Comune di Torino si è impegnato in questo processo sottoscrivendo un Protocollo d’intesa con il Ministero della Difesa e dando vita ad una serie di studi, analisi e proposte in grado di valorizzare quattro strutture militari in via di dismissione; le caserme “Ettore De Sonnaz”, “Cesare di Saluzzo”, ”Alessandro La Marmora” e il Magazzino Artiglieria e Difesa Chimica “MAR.DI.CHI.”’.
La scelta di operare su questi complessi militari si deve anche a recenti politiche di rigenerazione urbana il cui obiettivo è quello di riqualificare aree dismesse, ormai degradate, nelle quali si è reso necessario, in particolare, il risanamento dal punto di vista funzionale.
Cercando quindi di affrontare il tema molto attuale della dismissione militare, che apre non solo a riflessioni e a futuri scenari di valorizzazioni ma anche a nuove problematiche culturali-economico e sociali, questa tesi si propone di studiare il caso della Caserma Ettore De Sonnaz.
L’intento è quello di dimostrare quanto un intervento di ragionata rifunzionalizzazione (progettuale, economico e di ripristino) possa comportare benefici di ordine sociale, economico e ambientale alla comunità.
Il caso studio comprende l’Isolato a blocco delle due caserme Ettore e Maurizio De Sonnaz, all’interno dell’ ex cittadella storica. Un’ area storicamente soggetta ad un forte processo di trasformazione la cui analisi ha accompagnato l’iter progettuale.
Il successivo quadro funzionale ha consentito di ragionare su un potenziale scenario che vede nella posizione centrale, nell’ accessibilità della area e nel rapporto con le funzioni pubbliche (Questura, ex-carceri, Procura della Repubblica, Agenzia del Territorio, uffici della Provincia e la Camera di Commercio) I’ attendibilità di trasferire nella caserma De Sonnaz TAR, Corte dei Conti e Avvocatura.

Candidati
Konstantinos Fragkakis, Eleni Gkrimpa, Konstantinos Matheas

Titolo della tesi
Aris Konstantinidis : salvaguardia dello Xenia, Paliouri (Calcidica) e progetto di completamento della zona alberghiera. 

Rel. Silvia GronJean Marc Christian Tulliani

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2015

Abstract

Il Comune di Kassandra è un comune della Regione della Macedonia Centrale. La Regione della Macedonia Centrale è la più grande nella zona e la seconda più grande regione della Grecia per quanto riguarda la popolazione. Amministrativamente, è ente locale secondario e copre geograficamente la parte centrale della Macedonia, tranne la penisola del Monte Athos disciplinato da disposizione speciale. La regione occupa una superficie di 18.811 chilometri quadrati e la sua popolazione è di 1.874.214 abitanti1.
Il Comune di Kassandra del Programma Kapodistrias è stato un comune che ha operato nel periodo 1999-2010. Istituito dal programma Kapodistrias, unendo le comunità più antiche della regione, che erano poi i dipartimenti del comune. L’attuale situazione demografica del comune di Kassandra, secondo il censimento della popolazione del 2015, indica una popolazione di 15.457 abitanti. Il comune è caratterizzato principalmente da pianura e terra montuosa. La seguente tabella(n2) fornisce informazioni sui distretti comunali (comunità) che compongono il comune di Kassandra, in particolare i dati della popolazione e del territorio la cui estende è pari a 333,68 km2. Kassandra (e Kassandreia) è la città capoluogo dove ha sede il Comune di Kassandra in Calcidica, ma allo stesso è tempo il centro economico, intellettuale e culturale della regione. La popolazione di Kassandra è di 10.053 persone, sulla base dei dati raccolti nel 2015. Il Comune di Kassandra si trova a circa 80 km a sud ovest di Salonicco e 584 km a nord ovest di Atene.
Il Comune di Pallini era un comune di Calcidica, stabilito dal programma Kapodistrias, unendo le comunità più antiche della regione, che erano poi i dipartimenti del comune. Ha funzionato tra il 1999 -2010 quando è stato abolito con l’applicazione del programma di Kallikrates e aderito al nuovo comune di Kassandra. La popolazione del comune era 5.464 abitanti, in base al censimento della popolazione del 2015. La sua sede era Haniotis, che copriva la punta meridionale della penisola di Kassandra, la più occidentale delle tre penisole. Ha un clima mite e mediterraneo. Gli abitanti del comune sono principalmente impegnati in agricoltura.

Candidata
Valeria Gadaleta

Titolo della tesi
Le Scuole Nazionali d’Arte di La Habana, patrimonio Moderno a Cuba: le ragioni di un processo di valorizzazione.

Rel.  Rocco CurtoCristina CosciaMonica NarettoGarcia Lorenzo Universo.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2013

Abstract
La Habana è una città complessa, non di immediata comprensione: per diverse ragioni, esiste un problema di conoscenza, documentazione e informazione riguardo all’architettura ed all’urbanistica. Questi compiti sono delegati alle fonti orali e alla sensibilità di architetti ed intellettuali. Attualmente il ricco Patrimonio Moderno di La Habana non è valorizzato adeguatamente. Tale mancanza è particolarmente evidente per il caso specifico delle Scuole Nazionali d’Arte (ENA).
Il caso e l’indagine che è stata avviata su di esso è frutto di attività di raccolta e di un processo di rielaborazione di informazioni derivanti non solo da ricerche di archivio e bibliografiche, ma soprattutto da fonti orali: gli incontri con architetti, artisti ed intellettuali locali sono stati elementi fondamentali per la conoscenza del contesto, le interviste sono state dunque parte imprescindibile dell’analisi. Lo studio si è costruito tra Italia e Cuba: il soggetto preso in esame è un patrimonio architettonico che si trova a La Habana, progettato da tre architetti, uno cubano Ricardo Porro, due italiani Vittorio Garatti e Roberto Gottardi. Il complesso di edifici rappresenta un caso emblematico poiché è manifestazione evidente di alcune tematiche urgenti del dibattito culturale contemporaneo, come la tutela e la valorizzazione del Patrimonio Moderno, il diritto d’autore e la legittimità degli attori chiamati ad intervenire sull’opera, il non finito. 

Candidati
Fabio Romerio, Andrea Zagoner

Titolo della tesi
La manifattura Paracchi : progetto di rifunzionalizzazione, sostenibilità, riqualificazione energetica e fattibilità economica.

Rel. Carla BartolozziChiara AghemoElena Fregonara.

Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2013

Abstract
La presente tesi prende in esame l’edificio in via Pessinetto angolo via Pianezza, una delle sedi produttive dell’ex tappetificio Paracchi. L’idea è nata dall’interesse di entrambi i candidati sugli edifici industriali di inizio ‘900 e in particolar modo per la disciplina del restauro e delle sue applicazioni. Gli obiettivi del progetto sono stati di raggiungere una sostenibilità non solo architettonica, ma anche sociale, energetica ed economica. Lo scopo è cercare di valutare la fattibilità dell’intervento.
Gli obiettivi principali di questo studio sono stati i seguenti:
– Analisi storica del fabbricato.
– Restauro e valorizzazione.
– Progetto di rifunzionalizzazione e scelta di una nuova destinazione d’uso.
– Riqualificazione energetica.
– Fattibilità economica dell’intervento.
La realizzazione di questo lavoro è stata possibile anche grazie alla gentile disponibilità di Michele Paracchi, erede di Giovanni Paracchi. Egli, oltre ad averci dato la possibilità di visitare nel dettaglio il fabbricato oggi dismesso e chiuso al pubblico, ci ha anche concesso del tempo per parlare del passato del tappetificio e delle sue esperienze e ricordi di quando era un ragazzo.
Avendo pochi documenti successivi al 1925, le informazioni forniteci da Sig. Paracchi sono state molto utili per capire gli interventi costruttivi e tecnologici del fabbricato dagli anni Quaranta del Novecento a oggi.
Il proprietario ci ha guidati all’interno dell’edificio, oggi poco sicuro e con all’interno ammassi di macerie e di polvere e ci ha permesso di scattare fotografie e di effettuare misurazioni per verificare le dimensioni del fabbricato rispetto ai documenti storici da noi trovati.
Dedichiamo questa tesi anche a lui, poiché senza la sua collaborazione questo lavoro non sarebbe stato possibile.